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Migrazioni. Emilia, una regione di mezzo

Si è considerata a lungo l'Emilia-Romagna una regione non migratoria. Eppure, nel corso della storia unitaria, le partenze documentate hanno superato la quota del milione di unità.

Chi sono questi emigranti? I primi a partire sono uomini, soli o in squadra, i quali scendono dall'Appennino o muovono dai paesi di pianura con l'idea di vendere le proprie braccia "temporaneamente", in lavori agricoli e forestali, nell'edilizia, nel fondo delle miniere, oppure lungo le ferrovie di mezzo mondo. Quando prendono a muoversi le donne - molto presto, soprattutto dalle pianure della "Bassa" - cambia l'orizzonte: si parte con destinazione oltreoceano, per non tornare più. Si parte per bisogno, ma anche per senso di avventura, con l'idea di emanciparsi da un mondo "piccolo", dove i rapporti tra le persone e le classi rispecchiano ingiustizie sociali intollerabili. Non a caso, l'intera storia migratoria dell'Emilia-Romagna incrocia filiere economiche e politiche, senza soluzione di continuità, dagli esuli repubblicani e anarchici, agli antifascisti, ai sindacalisti comunisti.

L'emigrazione è dunque parte del processo di costruzione civile di questa che è una regione "di mezzo", la cerniera tra il Nord e il Centro del Paese, tenuta assieme - ieri come oggi - dall'asse mediano della via Emilia, su cui insistono il maggior numero delle città.

Di questo fenomeno migratorio, fortemente differenziato al proprio interno, il volume "L’Emilia Romagna e le grandi migrazioni. Una regione di mezzo nel lungo Novecento" offre una lettura per la prima volta su scala regionale. Non dimenticando che, dopo 100 anni di partenze, la dinamica delle partenze e degli arrivi ha girato di segno, registrando sempre più numerosi arrivi.

Trenta anni di immigrazione hanno fatto dell'Emilia-Romagna non soltanto un punto di approdo, ma una regione stabilmente attrattiva per migranti, uomini e donne, provenieni da tantissimi. Il volume dà conto anche di questo fenomeno, sottolineando come si tratti, ormai, di un esito storico e storicizzabile.

Qui sta la scommessa del volume. Lo studio delle filiere migratorie, mentre dà conto di una umanità che gira e cambia di indirizzo, documenta nel profondo le trasformazioni sociali nei "mondi" locali. Diventa, perciò, strumento interpretativo sensibile, se non indispensabile, per riconoscere e descrivere - dal punto di vista delle persone, e non delle economie di scala - ciò che passa oggi sotto il nome di globalizzazione.

Inserita nel programma di eventi BiblioDays 2011 (curati da Biblioteca "Panizzi" e Biblioteca Santa Croce), la presentazione della nuova edizione di "L’Emilia Romagna e le grandi migrazioni. Una regione di mezzo nel lungo Novecento" avrà luogo venerdì 14 ottobre, alle ore 18:00, presso la Sala degli Affreschi di Villa Cougnet (via Adua, 57 - Reggio Emilia), alla presenza degli autori Antonio Canovi e Nora Sigman e del curatore Lorenzo Bertucelli.
"L’Emilia Romagna e le grandi migrazioni. Una regione di mezzo nel lungo Novecento" è edito da Teti.

Per ulteriori informazioni: Antonio Canovi (339.3399916)

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I povigliesi, migranti di pianura in Argentina

Poviglio ha voluto ricordare Dante Bigliardi, partigiano, fondatore e storico presidente di Filef Reggio Emilia, scomparso lo scorso dicembre. L'occasione propizia l'ha fornita la serata Povigliesi per Esempio, tenutasi lunedì 11 ottobre 2010 alla Sala Civica "Rosina Mazzieri".

Nel corso della serata lo storico Antonio Canovi (Laboratorio Geostorico Tempo Presente, Cds) ha presentato il libro “Pianure Migranti”, un’inchiesta geostorica tra Emilia ed Argentina. Ad accompagnarlo al tavolo dei relatori Silvia Bartolini (presidente della Consulta regionale degli emiliano-romagnoli nel mondo) il senatore Alessandro Carri, Sidraco Codeluppi (Anpi Poviglio) e Laura Salsi (Filef Reggio Emilia). L’incontro è stato moderato da Gianmaria Manghi, sindaco di Poviglio.

Fonte: Darvoce.org

 

Castelnovesi in Argentina, desaparecidos di pianura

Servizio di èTG Reggio del 28 giugno 2010 a margine dell'evento "Argentina chiama Italia - Castelnovesi in Argentina" (17 giugno 2010), con Antonio Canovi, Serena Cantoni, Ettore Borghi, Danilo Morini e Fulvio Pezzarossa.

Il servizio del telegiornale contiene alcune inesattezze, una delle quali piuttosto capziosa.
Nel libro "Pianure migranti" si dà effettivamente conto della storia di un emigrato castelnovese, costretto alla partenza in quanto vittima della vendetta politica degli ex-partigiani comunisti.
Nel servizio, invece, si accenna sommariamente a questo caso elevandolo a causa unica della fuga in Argentina per motivi politici.
In realtà, l'emigrazione politica avveniva anche prima, durante la dittatura fascista e per ragioni opposte: in molti paesi e molte frazioni, vere e proprie roccaforti "rosse", intere famiglie di "sovversivi" hanno scelto di sfuggire con l'espatrio alla persecuzione poliziesca del regime mussoliniano.

Segue una breve intervista ad Antonio Canovi a rammemorare la drammatica vicenda di Maria Catalina e Marta Maria Benassi, cugine di origine povigliese, torturate ed uccise negli anni della dittatura argentina.

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I desaparecidos delle nostre pianure

Servizio di Tg Reggio del 20 marzo 2010 sulla presentazione della seconda edizione del libro e del dvd-rom "Pianure Migranti" a cura di Antonio Canovi e Daniele Castagnetti.
In una giornata che la Provincia di Reggio Emilia ha dedicato alla memoria di Dante Bigliardi (fondatore della Filef), è stato dato spazio alla ricostruzione della vicenda delle cugine Maria Catalina e Marta Maria Benassi, entrambe di origine povigliese, scomparse tra il 1977 ed il 1978 durante la dittatura militare.

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"Pianure migranti", la presentazione a Reggio Emilia

Servizio di Tg Reggio del 25 maggio 2009 sulla presentazione (tenutasi il giorno 22, presso la Provincia di Reggio Emilia) del libro e del dvd-rom "Pianure Migranti" a cura di Antonio Canovi e Daniele Castagnetti.

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